FERDINANDO I DI NAPOLI

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CNR-->Contratti

  • . Raffaele COPPOLA - II Periodo di attività UNIVERSITA DEGLI STUDI DEL SANNIO RCOST - CENTRO DI ECCELLENZA SULLE TECNOLOGIE DEL SOFTWARE Istituto per la microelettronica e microsistemi 2003 4230 Attiva Convenzione del 01 ottobre 2002 stipulata tra l¿Università degli Studi del Sannio (Soggetto Capofila) e l¿I.M.M.-Sezione di Napoli (Soggetto attuatore), per la realizzazione del progetto ¿Tecnologie dell¿Informazione e della Comunicazione¿ (ITC).
  • . UNIVERSITA DEGLI STUDI DEL SANNIO RCOST - CENTRO DI ECCELLENZA SULLE TECNOLOGIE DEL SOFTWARE Istituto per la microelettronica e microsistemi 2003 4977 Attiva Convenzione del 01 ottobre 2002 stipulata tra l¿Università degli Studi del Sannio (Soggetto Capofila) e l¿I.M.M.-Sezione di Napoli (Soggetto attuatore), per la realizzazione del progetto ¿Tecnologie dell¿Informazione e della Comunicazione¿ (ITC).
  • . CARLO SALA) UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI "PARTHENOPE" Amministrazione Centrale 2004 657 Passiva Legge 95/95 - Progetto CNR MIUR/ENEA"Salvaguardia dell uomo e dell ambiente dalle emissioni elttromagnetiche" N.



    Liber Liber: Biblioteca | Autori P | Petruccelli della Gattina, Ferdinando
  • . Studiò medicina, seguendo la lunga tradizione familiare, all'università di Napoli, ottenendo il diploma dottorale nel 1836, ma ben presto abbandonò la pratica medica per dedicarsi alla politica nelle file delle cospirazioni liberali, e alla letteratura nell'ambito del romanzo storico, dove, però, più dell'esempio manzoniano o scottiano parve accogliere le suggestioni del «romanzo nero» inglese ( Malina di Taranto , 1843; Ildebrando , 1847).
  • . Proclamata la costituzione a Napoli nel 1848, fu eletto deputato al parlamento, e, al tempo stesso, diresse il giornale «Mondo vecchio e mondo nuovo», dove diede le prime prove del suo temperamento polemico e del suo gusto dell'effetto giornalistico, anche a prezzo di scandali e battaglie.
  • . Intanto aveva fatto stampare la cronaca vivace e brillante La rivoluzione di Napoli del 1848 (1850).
  • . Nel 1860 Garibaldi lo chiamò a Napoli, e gli elettori di Brienza lo elessero deputato.
  • . Petruccelli della Gattina , Napoli 1915 (seconda edizione a cura di A.
  • . Zazo, Il giornalismo a Napoli nella prima metà del secolo XIX , Napoli 1920 (seconda edizione, Napoli 1985) L.
  • . Parente, Ferdinando Petruccelli della Gattina e la società meridionale del 1848 (introduzione a "La rivoluzione di Napoli del 1848"), Venosa, 1990.
  • . Gli e-book ( e ) titolo: rivoluzione di Napoli nel 1848 (La) e-text del: 7 maggio 2005 leggi subito: download: note: Puoi richiedere i che contengono tutti i nostri testi semplicemente effettuando una donazione a favore di Liber Liber.



    Cronaca e retroscena delle elezioni comunali di Napoli : Italy imc
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  • . Per quanto riguarda il regolamento sulle affissioni Napoli è al primo posto con un milione di violazioni registrate.



    I Borboni di Napoli - Alexandre Dumas- Libro I: Ferdinando IV Capitolo VII
  • . Si vuò sapere in quella grande epoca, in cui la Filosofia mostrava la rivoluzione agli occhi de' Re spaventati che faceva il nuovo Papa? Egli s'occupava a farsi restituire dal Re di Napoli il tributo della Chinea.
  • . La grande questione della Chinea, che mise in disturbo Roma con Napoli, era stata preparata da piccole questioni particolari, che lo spirito riformatore di Tanucci aveva provocate.
  • . E ciò fu il vero elogio del suo ministero, così la sede arcivescovile di Napoli essendo rimasta vacante, il Re Ferdinando vi provvedette, malgrado le pretensioni del Papa, che reclamava il diritto di farne la nomina, ed ordinò al prelato di sopprimere in tutti gli atti, la formola adottata fin allora: Per la grazia d'Iddio e della Sede Apostolica.
  • . Ne risultò che Pio VI ricusò la porpora al nuovo prelato, sebbene da tre secoli gli arcivescovi di Napoli fossero, in qualche modo, cardinali di diritto.
  • . Pietro, il Principe Colonna, Gran Contestabile del Regno di Napoli, ed ambasciatore di Ferdinando IV, essendo incaricato di presentare la Chinea al Santo Padre, una disputa produsse qualche disordine, di cui l'ambasciatore rese conto a Ferdinando.
  • . Da Napoli 29 di Luglio del 1776 » Malgrado questa decisione il re di Napoli nel 1787 inviò ancora una volta la Chinea a Roma.
  • . Il nostro sapiente compatriota Amaury Duval che trovavasi in quell'epoca nella capitale del mondo cristiano, assistette a questa cerimonia, e la racconta nelle note della storia di Napoli del conte Orloff.
  • . La soppressione della Chinea fu uno degli ultimi att; del ministero Tanucci ‑ Dal 1775 la regina avea dato a suo marito quell'erede del trono di Napoli, in grazia del quale ella acquistava il dritto d'entrare nel Consiglio di stato.
  • . Poco tempo dopo la sua uscita dagli affari, surse fra la Francia e Napoli una questione che imbarazzò il consiglio.
  • . La corte di Francia domandava che, quando avveniva qualche contesa a Napoli o nel regno delle due Sicilie fra Francesi, l'ambasciadore di Francia solo dovesse essere giudice.



    I Borboni di Napoli - Alexandre Dumas- Libro III: Capitolo II.
  • . Mentre che il governo repubblicano stabilivasi a Napoli, volgiamo lo sguardo sulla Sicilia e sulle Calabrie e vediamo quali avvenimenti erano sul punto di conipiervisi.
  • . Come si vede, Ferdinando non perdeva tempo: queste istruzioni erano date a Palermo il dopodomani dell'entrata dei Francesi a Napoli, e tre giorni dopo la proclamazione della repubblica Napoletana.
  • . Giunto a Messina, sua prima cura fu di mettersi alla ricerca del Marchese Taccone; ma questi si ricusò alla consegna dei cinque cento mila ducati, affermando che prima della sua partenza da Napoli, egli li aveva, per ordine del Generale Acton, rimessi al Vicario Generale, Pignatelli.
  • . Il Cardinale gli chiese allora di fargli il conto della sua situazione o meglio della situazione della sua Cassa; ma il Marchese rispose che gli era impossibile dare dei conti, attesochè le carte ed i registri della tesoreria erano rimasti a Napoli.
  • . Là egli vide due uomini usciti da una barca, e in uno di questi due uomini credette riconoscere l'ammiraglio Francesco Caracciolo, che, come dicemmo, aveva scortato il Re da Napoli a Palermo.
  • . l'autorizzazione di ritornare a Napoli; che il Re gliela aveva accordata, ma con questa restrizione tutta gesuitica, che Ferdinando scrisse di proprio pugno sulla domanda.
  • . ‑ Accordato ‑ Ma che il cavaliere Caracciolo non dimentichi che Napoli è in potere del nemico.
  • . Caracciolo rispose semplicemente, che avendo lasciato la sua fregata a Palermo e non avendo mezzi di trasporto per ritornare a Napoli, pensava dirigersi verso la Calabria, e fare il viaggio parte per terra, parte per mare, a seconda che lo permetterebbero le circostanze.
  • . Caracciolo si scusò dicendo che voleva, in vista dei grandi avvenimenti che succedevano, raggiungere Napoli senza perdere un momento.
  • . Guai a chi mostravasi indifferente alla causa Borbonica, guai a chi non gridava più forte di loro, o almeno così alto che loro! ! Il grido: è un giacobino! facevasi sentire, e come a Napoli, questo grido era una condanna di morte.

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  • Login Password TURISMO ARTE E CULTURA ALTRE RUBRICHE Galleria T TALARICO ACHILLE Catanzaro, 1837 - Napoli, 1902 (1904, secondo il Frangipane).
  • . Studiò a Napoli, col Mancinelli, e poi all'Accademia di BBAA.
  • . Esordì nel 1864 alla Promotrice Napoletana, alla quale fu presente anche nel '67, con la tela "Dopo una festa in maschera" (esposta poi alla 1° Mostra d'Arte Calabrese di Catanzaro del 1912 e acquistata dalla Real Casa, per il Museo di Capodimonte di Napoli), mentre nel 1873 prese parte all'Esposizione Universale di Vienna.
  • . Fu Professore onorario all'Istituto di BBAA di Napoli e Cavaliere della Corona d'Italia.
  • . Studiò all'Istituto di BBAA di Napoli, in virtù di un assegno di studio della Provincia di Cosenza.
  • . Oltre che pittore, fu un patriota garibaldino, stimato dal Generale, il quale a Soveria Mannelli (1860) gli conferì l'incarico, assieme a Ferdinando Bianchi, di intimare al generale borbonico Ghio la capitolazione con disarmo delle truppe; la quale resa aprì a Garibaldi le porte di Napoli.
  • . Partecipò a molte mostre del tempo: alla 1° Promotrice di BBAA di Napoli del 1862, con un ritratto di Garibaldi; all'Esposizione Universale di Vienna del 1873, con l'opera "Inaugurazione degli scavi di Ercolano fatta dal Re" (ora nel Museo di Capodimonte); alla Promotrice di BBAA di Torino del 1876, con un altro ritratto di Garibaldi; alla 4° Esposizione Nazionale di Torino del 1880, con l'opera "Il prete di campagna"; all'Esposizione Nazionale di Milano del 1881, col quadro "Arno".
  • . Studiò in seguito a Napoli e a Roma.
  • . Frequentò le Accademie di BBAA a Messina, Genova e Napoli, città in cui studiò con Francesco P.


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  • Login Password TURISMO ARTE E CULTURA ALTRE RUBRICHE | Musolino Benedetto Nato e cresciuto in una famiglia di idee liberali ed antiborboniche, incominciò ben presto a manifestare la sua impazienza politica prima al liceo-ginnasio di Monteleone e poi a Napoli ove studiò giurisprudenza.
  • . A Napoli conobbe uomini di cultura e intellettuali dalle idee politiche avanzate e progressiste.
  • . Benedetto intraprese un viaggio a Costantinopoli ospite del Visir divenendone consigliere; ma deluso, per non essere stato ascoltato in molti suggerimenti di carattere economico-amministrativo, rientrò a Napoli con l'intenzione di organizzare una setta che cospirasse contro la tirannide borbonica.
  • . "Repressa nel sangue la protesta di Napoli, Musolino passò in Calabria e si diede ad organizzare, in qualità di esperto per la guerra, la difesa del Governo Provvisorio creato a Cosenza.
  • . "Già deputato delle Province Meridionali, del 1848, al Parlamento di Napoli; coprì ininterrottamente tutte le legislature, che si ebbero dal 1861 al 1881.


    FERDINANDO II DI BORBONE - CRONOLOGIA
  • . E voglio questa mia disposizione abbia forza di legge di famiglia, non soggetta a giudizio di magistrato, ma giudice unico ed arbitro ne sia il mio successore e chi lo seguirà." "Questa eredità privata, continua il De Sivo, era diversa dai beni di casa reale, componevasi di rendite napolitane, siciliane ed estere, oggetti preziosi valutati 60, 787 ducati, 41, 377 ducati trovati in oro, e altre parecchie carte di crediti su casse di difficile esazione.
  • . E la setta predicavali innumerevoli e rubati alla nazione! Inoltre aveva spesi due milioni per riedificare l’arsa reggia di Napoli, e altri per quelle di Caserta e Capodimonte.
  • . Dappoi, quando la calunniatrice setta entrò in trionfo nella misera Napoli, confiscò ogni cosa alla Casa Borbone: i risparmi degli orfani, l’economie annose, le doti delle Regine e Principesse, e tutto quasi fosse cosa del regno rapito!" [...] Ferdinando II e la Rivoluzione "Lo stato di agitazione in cui giaceva presso che tutta Europa per opera dei settarii, al momento in cui saliva al trono Re Ferdinando, fece sì che egli avesse spesso a lottare con la rivoluzione.
  • . Nel 1831 ne scoppiava una a Palermo; un’altra scoprivasene ne 1833 in Napoli; una terza negli Abbruzzi nel 1837, e contemporaneamente a Catania, pretesto il cholera; una quarta in Aquila l’8 settembre 1841, due anni dopo una quinta in Cosenza; e poi una sesta in Reggio Calabria nel 1847; una settima, che fu la famosa congiura del 15 di maggio, e finalmente un’ottava nel 1848 in Sicilia.
  • . L’opera dei settarii essendo universale in tutta Europa, altri Stati e più potenti di Napoli, subivano eguali scosse, senza che riuscissero a domarle.
  • . A.] "Nel 1831 sembrava una enormezza al giovine Re di Napoli il deficit di poco più di 4 milioni di ducati.
  • . Il gran libro, la cassa di sconto, quella di ammortizzamento vengono così mirabilmente regolate, che il Debito pubblico napolitano per le sue operazioni e per la sicurezza raggiunge l’apice del credito europeo, ispirando incrollabile fiducia meglio dei più opulenti Stati.


    FRANCESI NEL VENETO E NEL REGNO DI NAPOLI - ANNO -1805-1806
  • . Del resto, anche se avesse avuto fiducia in Ferdinando IV, Napoleone avrebbe mantenuto lo stesso l'occupazione, perché il Regno di Napoli, mentre si preparava a invadere l'Inghilterra, gli serviva per distrarre verso l'Oriente la sorveglianza della flotta inglese del Mediterraneo.
  • . L'imperatore non mancò di fare altri passi presso la corte borbonica, per indurla a schierarsi contro l'Inghilterra, ma FERDINANDO IV rispose che se si fosse schierato contro gli Inglesi questi gli avrebbero strappata la Sicilia e bloccata Napoli.
  • . Dopo il rifiuto della corte borbonica di allearsi con la Francia, le relazioni tra Napoleone e il re di Napoli non furono proprio del tutto rotte, ma ormai l'Imperatore non dubitava più dei sentimenti di Maria Carolina e Ferdinando IV, né credeva più alle loro millantata neutralità; anzi era sicuro che a Napoli si complottava contro di lui.
  • . Verso la fine di gennaio giunse a Napoli la notizia che una numerosa flotta francese era uscita da Tolone dirigendosi verso il sud; allora il DAMAS, nell'eventualità di un attacco dal mare, diede gli ordini per respingerlo, e siccome il fermento nella capitale, in quei giorni, fu grande, i Francesi, temendo che scoppiassero tumulti francofobi, chiesero i passaporti per mettersi in salvo.
  • . Dal canto suo il generale GOUVION Saint-Cyr chiese spiegazioni sugli armamenti che si facevano a Napoli e minacciò di marciare con il suo esercito sulla capitale se non allontavavano l'Elliot e il Dumas.
  • . A trattenere il generale francese fu mandato il principe di CARDITO, il quale spiegò che gli armamenti erano stati fatti per impedire che il morbo che infieriva a Livorno si propagasse a Napoli; quanto all'Elliot disse che non poteva essere allontanato perché si sarebbe provocata l'ira dell'Inghilterra; e per quel che riguardava il Damas dichiarò che trattative dirette erano state avviate con l'Imperatore.
  • . Giungeva intanto a Napoli la notizia che Napoleone era stato proclamato re d'Italia e che fra breve avrebbe cinto la corona a Milano.


    Civitas Med 2005 - Programma culturale
  • . Sabato 5 novembre 2005 10:00-13:30 Pagoda A WELFARE SOCIETY E SOCIETA' CIVILE: COME PROMUOVERE UN APPROCCIO PARTECIPATIVO PER RISPONDERE AI REALI BISOGNI DELLE POPOLAZIONI LOCALI? A cura di: Mediate Partecipano: Giuliana Martirani, Università di Napoli , Hamrouni A.

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    Gruppo Sanpaolo IMI
  • . > > Sanpaolo BdN Sanpaolo Banco di Napoli Bilanci Per informazioni e/o suggerimenti La storica presenza del Banco nel Mezzogiorno rivela uno stretto legame con l'evoluzione dell'economia meridionale; vale pertanto la pena ricordare alcuni momenti più significativi.
  • . Il Banco di Napoli trae origine dai banchi pubblici dei luoghi pii, sorti a Napoli tra il XVI e il XVII secolo.
  • . Nel 1794, Ferdinando IV di Borbone riunì tutti i pubblici banchi in un Banco Nazionale di Napoli.
  • . Nel dicembre del 1808, Gioacchino Murat divenuto re di Napoli, tentò di creare un banco sotto forma di società per azioni sul modello della Banca di Francia.
  • . Con l'Unità d'Italia nel 1861, il Banco delle Due Sicilie divenne Banco di Napoli.
  • . A far data dal 1861 il Banco di Napoli, nonostante tutte le difficoltà derivanti dal nuovo assetto istituzionale e politico del Paese, moltiplicò la sua attività, intensificando i suoi rapporti con il mondo economico privato.
  • . Oltre alla istituzione di una Cassa di Risparmio, annessa in seguito alla sua Azienda Bancaria, il Banco di Napoli incrementò, in pochissimi anni, il suo patrimonio e aprì proprie dipendenze a Firenze (1867), Roma (1871) e Milano (1872).
  • . Il Banco di Napoli sovvenzionò, a più riprese, l'economia napoletana e meridionale sostenendola nei periodi di maggiore necessità.
  • . Fino al decreto del 6 maggio 1926 il Banco di Napoli è istituto di emissione; da quella data è definito Istituto di Credito di Diritto Pubblico.
  • . Nel 1989 viene registrato il nuovo logo del Banco di Napoli.
  • . Il 1° luglio 2003 è stato perfezionato lo scorporo che ha dato vita ad una nuova Banca con propria personalità giuridica, denominata Sanpaolo Banco di Napoli S.p.A., che opera nelle quattro regioni meridionali Campania, Puglia, Basilicata e Calabria.
  • . Persiste così quel forte radicamento nel Mezzogiorno del Paese che ha contrassegnato la vita del vecchio Banco di Napoli.


    Il Castello di Murat - Pizzo Calabro (VV), Murat Castle
  • . Giocacchino Murat, re di Napoli e cognato di Napoleone, in un estremo tentativo di riconquistare il regno di Napoli, sbarcò alla marina di Pizzo domenica 8 ottobre 1815, tentando di far sollevare la popolazione contro Ferdinando IV di Borbone.