Giacomo Leopardi - Opera Omnia >>  Dissertazione sopra l'urto dei corpi




 

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Dovendosi nelle Fisiche dottrine parlare di tutte le cognite proprietà dei corpi parlasi per conseguenza ancora degli effetti, che da esse vengon prodotti. Di questi, e di quelle additar si deve la causa, e i varj fenomeni spiegare, che a loro appartengono. Nè il saggio Filosofo si arresta a considerare soltanto quelle proprietà che si scorgono in ciascun corpo separatamente dagli altri, ma si avvanza, e spinge ancora le saggie sue ricerche sino ad indagare la cagione di quei fenomeni, e di quei varj accidenti che osservansi nelle diverse unioni incontri, o affinità di più corpi. Frutti di siffatte esperienze dir si possono senza alcun dubbio quei dogmi, e quelle dottrine, che dai Fisici vengonci enunciate intorno all'urto, o conflitto de' corpi. La verità di quanto affermasi intorno a ciò vien dimostrata dalla comune esperienza, ed ognuno potrà facilmente farne la prova. Frequentissime sono alcerto quelle occasioni, nelle quali evidentemente appalesansi quegli effetti, e quegl'incontri, de' quali hanno già da gran tempo parlato i Filosofi intorno all'urto de' corpi. Noi dunque ad esaminarli c'interterremo, ed assegnar le cagioni di tutto ciò che si offrirà ai nostri sguardi, riguardando come il più stabil sostegno, e la più ferma prova di quanto verrà da noi esposto, e dimostrato, la comune universale esperienza.

Se due corpi s'incontrino insieme, e si urtino venendo come a combatter fra loro diversi saranno gli effetti di quest'incontro secondo le diverse circostanze, nelle quali il medesimo accade. Dobbiamo noi adunque per stabilirne la causa, e le leggi considerar prima di ogni altro le diverse specie dei corpi, che produr possono quegli effetti de' quali ora a ragionar ci accingiamo. Sono i corpi duri, molli, o elastici. Duri son quelli, che non cedono all'urto degli altri corpi qualunque sia la forza con cui vengono urtati. L'esperienza ci dimostra, che non esiste in natura corpo alcuno a noi noto, che possa chiamarsi perfettamente duro, poichè niun corpo, è tale che non ceda in conto alcuno ad una forza sufficiente. Appellasi corpo molle quello che resiste all'urto de' corpi ed alla mutazione della figura, ossia a quell'affondamento, che in lui producesi dall'impeto degli altri corpi co' quali incontrasi; ma che ricevuto in se stesso il predetto affondamento non si sforza in alcun modo di ricuperare il pristino suo stato. Elastici diconsi finalmente quei corpi, i quali, e resistono alla forza contraria degli altri corpi che l'urtano, e procurano quindi di riacquistare la perduta figura. I corpi elastici o hanno un perfetto elaterio cioè ritornano alla primitiva posizione con la stessa forza, con la quale in lor si produsse l'accennato affondamento, o ciò non fanno, che con forza minore. Posto tutto ciò noi passeremo a considerare i diversi effetti dell'urto de' corpi, e allorchè il corpo urtato non può essere smosso, e allorchè il medesimo può ed abbandona infatti lo stato di quiete, accennando quei principali fenomeni che osservansi in tali incontri. Noi distingueremo i corpi in elastici, e non elastici, intendendo per corpi non elastici quelli solamente, che già dicemmo appellarsi corpi molli poichè non conoscendosi in natura corpo alcuno perfettamente duro noi ci asterremo dal trattarne.

Suppongasi per cagion d'esempio una palla di ferro la quale scagliata orizontalmente urti in un muro immobile. Nel primo istante il globo pone in opera tutta la forza che ella possiede in proporzione della sua massa, e della sua velocità contro pochissime parti del muro. A questa compressione esse si arretrano cedono alla forza contraria, e rinculando sopra le parti del muro a loro più prossime fanno, che queste altresì vadano di mano in mano sopra le altre producendo in tal modo un leggiero affondamento alla superficie del muro. Da ciò ne siegue che il globo sarà nel secondo istante ritardato del suo moto poichè penetrando egli nell'affondamento prodotto nel primo istante sarà a contatto di più parti del muro, e per conseguenza avrà più parti da rispingere, oltredichè essendo esse nel secondo istante più condensate che nel primo sono in grado di fare una maggior resistenza, volendo ancora tacere dello schiacciamento sofferto nell'incontro anche dal globo percuziente.

Se il corpo urtato sia sensibilmente molle il globo sieguirà a muoversi secondo la sua direzione finchè la forza impressa sia affatto svanita, ed allora non trovando corpo alcuno capace di opporgli una vigorosa reazione, o si fermerà nel prodotto affondamento, o ricadrà per il proprio peso. Se poi il corpo percosso sia di sufficiente durezza il corpo percuziente dovrà ritornare indietro trovando egli nel corpo urtato una reazione trionfante, e capace di respingerlo per una direzione contraria a quella, per la quale egli era venuto. Avviene talora, che il corpo percuziente cada dopo l'urto descrivendo una linea curva. La cagione di un tal fenomeno spiegasi per mezzo della forza di gravità nè è qui del nostro proposito il dimostrarla.

L'urto, di cui trattiamo può accadere ancora fra i corpi elastici. Se il corpo percuziente, e il corpo percosso siano di uno stesso elaterio il corpo percuziente dovrà dopo l'urto necessariamente tornare per la direzione contraria a quella per cui fu lanciato poichè ambedue i corpi cedono nell'incontro, e producono in se stessi un affondamento uguale ciascuno a quello dell'altro corpo. Quindi sforzandosi ambedue di ricuperare il pristino stato con la forza medesima vengono a combattere in modo, che immobile essendo il corpo percosso, il corpo percuziente e per la propria elasticità e per quella dell'altro dovrà necessariamente rimbalzare indietro. La forza impiegata in tali incontri tanto dal corpo mobile quanto da quello immobile sarà sempre in proporzione della velocità, e della massa del corpo percuziente, poichè è chiaro che egli non può nell'urto avere altra forza, che quella, che acquista per mezzo dell'impulsione, e della quantità della sua materia, e che l'urto, e tutto ciò che accade dopo di esso non è che un prodotto della forza soprindicata, e deve per conseguenza essere in proporzione della medesima: e in quanto al corpo percosso egli è dimostrato che la reazione esser deve uguale all'azione onde essendo quest'ultima proporzionale alla forza accennata dovrà essere alla medesima proporzionale ancora la prima. Dai varj incontri, e dai varj dogmi che abbiam finora proposto potranno dedursi quelle dottrine che spettano alle diverse altre circostanze nelle quali avvenir può l'urto fra i corpi mobili, ed immobili, di cui finora parlammo. Dobbiamo ora adunque passare ad esaminare que' varj fenomeni ed effetti che produconsi per mezzo dell'incontro de' corpi mobili onde compire in qualche modo la breve nozione del conflitto de' corpi che a trattare intraprendemmo.

Dovendo un corpo mobile avvicinarsi ad un altro corpo sia egli in istato di moto, o di quiete è necessario che l'uno, o l'altro dei corpi percorra lo spazio, od intervallo, che passa tra di essi ciò che non può farsi, che in un tempo finito, il quale misuri la velocità del corpo mobile. Ciò posto supponiamo due globi non elastici sopra qualsivoglia superficie. Pongasi che ambedue si muovano in una stessa direzione l'uno innanzi all'altro in modo, che il corpo, che è innanzi debba dall'altro esser raggiunto: si vedrà che dopo l'urto continueranno ambedue a muoversi nella medesima direzione senza declinare nè a dritta nè a sinistra dividendosi il moto, e la velocità del corpo, che urta tra ambedue secondo il rapporto delle masse, ciò, che è abbastanza chiaro per se medesimo. Così ancora avverrà se il corpo urtato sia in istato di quiete; cioè la velocità del corpo, che urta verrà divisa fra esso, e il corpo urtato secondo la quantità della materia dell'uno, o dell'altro, e quest'ultimo si moverà, e scorrerà sopra la superficie nella direzione istessa del corpo, che urta. Se poi questi due corpi si muovano in una medesima linea ma in direzioni contrarie allorchè essi vengono ad urtarsi se ritrovinsi avere una stessa velocità non potendo l'uno vincere l'altro dovranno necessariamente ridursi alla quiete; ma se l'uno dei corpi sia di massa maggiore dell'altro, o sia stato avanti l'urto di maggior velocità la forza che resta ancora dopo l'urto si dividerà fra ambedue i corpi in proporzione della massa, ed i medesimi si muoveranno l'uno nella stessa direzione dell'altro. Noi non ci tratterremo ad esporre alcune leggi spettanti agl'indicati dogmi, ed a quelli, che ancora ci restano a spiegare, sì perchè queste non posson dirsi necessarie alla perfetta nozione delle presenti dottrine sì perchè mi sembra appartener esse piuttosto al moto, che all'urto de' corpi.

«Si vede, come si esprime il Sig.r Brisson, da quel, che abbiamo detto dell'urto de' corpi non elastici

1. Che quando dopo l'urto le direzioni de' moti de' corpi, che si urtano sono nell'istesso senso; esiste allora ne' due corpi riuniti una quantità di moto eguale a quella che sussisteva nell'uno de' due, o in ambedue avanti l'urto.

2. Che quando le direzioni de' moti di questi corpi sono in senso contrario perisce, se non tutto, almeno una parte del moto, e che se ve ne resta dopo l'urto la quantità, che vi rimane, è eguale alla differenza delle due quantità avanti l'urto».

Nell'urto de' corpi elastici mobili distinguer si possono due specie di moto l'uno cioè primitivo, il quale viene da un corpo all'altro communicato e l'altro di elaterio prodotto dalla reazione de' corpi elastici. Ambedue queste specie di moto si osservano nei susseguenti fenomeni. Se di due corpi di ugual massa perfettamente elastici posti sopra una superficie qualunque l'uno sia in istato di moto, e l'altro di quiete urtando il mobile in quest'ultimo verrà a communicargli una parte del suo moto in proporzione delle masse. Ambedue i corpi soffriranno allora uno schiacciamento secondo il rapporto della velocità, con la quale venne a formarsi il loro urto. Il corpo in quiete ricupererà la sua prima figura per mezzo della sua elasticità, ed essendo la reazione uguale all'azione egli verrà in tal modo ad acquistare una velocità uguale a quella, che gli è stata communicata, e per conseguenza egli avrà una quantità di moto dupla di quella, che in uguali circostanze avrebbe acquistato un corpo non elastico. Quello poi, il quale communicagli il suo moto, o resterà perfettamente in istato di quiete, o dovrà moversi in senso contrario se il suo moto di elaterio eccede il restante della sua prima velocità.

Se poi questi due corpi si muovano ambedue per una medesima linea, ma in direzioni contrarie ambedue si separeranno per mezzo della loro elasticità, e la loro velocità respettiva sarà uguale a quella, che essi avevano prima dell'urto poichè, come si esprime il sopracitato Sig.r Brisson «Se questi due corpi fossero senza elaterio, o si fermerebbero reciprocamente, o l'un de' due trasporterebbe l'altro, come abbiamo detto di sopra. Si separano dunque in virtù della loro reazione, ma questa reazione, è eguale alla compressione cagionata dall'urto, e la compressione è come la velocità respettiva avanti l'urto; la velocità, che ne risulta dopo l'urto deve dunque essere simile».

Da ciò, che finora abbiam detto intorno all'urto de' corpi elastici potranno dedursi quelle varie dottrine, e potranno conoscersi quei varj effetti che risultano dalle altre circostanze nelle quali può accadere l'urto de' corpi sopraddetti. Tutto quello che da noi fu esposto circa il conflitto dei corpi essendo come dicemmo fondato principalmente sopra la quotidiana, volgare esperienza, e venendo approvato da tutti i più colti, e sensati Filosofi, non può non essere ammesso, che da quelli, i quali sembrano aver dalla natura sortito un odiosissimo spirito di perpetua contradizione direttamente opposto alle regole della società, ed alle leggi del buon costume. Da avversarj di tal fatta io credo però esenti le accennate proposizioni intorno all'urto, o conflitto de' corpi poichè nulla vi è in esse, per mio avviso, che possa in qualche modo oppugnarsi nemmeno dai più sagaci, ed ostinati nemici delle patenti verità.


EDIZIONE DI RIFERIMENTO: "Giacomo Leopardi, Tutte le opere", a cura di Lucio Felici, Lexis Progetti Editoriali, Roma, 1998







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