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SABBATH DEEPLY SABBATH

BLACK SABBATH - BORN AGAIN (Vertigo, 1983)



Lasciate ogni speranza voi ch'intrate!
Ci sono tanti gruppi che giocano a fare i cattivoni riuscendo solo a far ridere i polli, ma ce ne sono altri che, almeno musicalmente riescono a ricreare atmosfere da ospedale psichiatrico.
Qui si parla dei BLACK SABBATH! mica bau bau micio micio (*)

1983: Ronnie James Dio, sostituto del mitico quanto ingombrante Ozzy Osbourne, lascia il gruppo a causa di disguidi dovuti all'uscita del falsissimo Live Evil. 
Al suo posto arriva un tipo di nome Ian Gillan (eh già! proprio lui in persona) dopo aver sciolto la sua omonima band che lanciò la sua carriera solista.
La mente malata di Tony Iommi e i testi di Gillan diedero vita a quel mostro di nome Born Again.
Orrore! Scandalo! Piovvero critiche da tutta la stampa musicale dell'epoca.
Ennesima prova del fatto che la stampa musicale da edicola non capisce un cazzo di musica, poiché l'album è uno dei migliori dell'intera discografia Sabbathiana.
Si comincia con Trashed, pezzo da head-banging sfrenato con atroci sintomi di cervicale. Ma ecco che l'incubo inizia… 
In Stonehenge il tastierista Geoff Nicholls crea un tessuto sonoro claustrofobico e ossessivo degno di un sacrificio umano. Come se non bastasse si passa subito a Disturbing the Priest, forse la canzone più malvagia e deviata mai composta. Il pezzo si apre con un riff di chitarra, da parte di Tony Iommi, semplice ed inquietante condito dalle risate di un Ian Gillan indiavolato, posseduto. Questo pezzo, insieme alla title-track, costituisce il capolavoro dell'album. Born Again è infatti l'apice espressivo raggiunto dal cantante, la cui voce trasmette tristezza, terrore, angoscia per questa "nuova nascita".
Gli altri pezzi servono a stemperare la tensione, sono un po' più rockeggianti e comunque sempre di ottimo livello.
Ma come dicevamo, l'album non viene immediatamente compreso. Anche perché la sua fortuna sarà minata da diversi episodi di insofferenza del cantante verso il gruppo che non rimase contento né del lavoro svolto in studio ("Il basso copre tutto!"), né della copertina, a suo dire "orrenda". Il fatto che non usasse vestire di pelle e che non avesse attorno quell'alone maledetto che circondava i restanti Sabbath lo fece apparire agli occhi dei fan come un elemento esterno. Il tour si rivelò poi disastroso, anche perché un pubblico, a volte troppo critico, non accetterà una versione di Smoke on the Water lenta e pesantissima.
L'avventura di Ian Gillan nei Black Sabbath terminò nel 1984 (i Deep Purple lo aspettavano a braccia aperte). Mollarono anche Geezer Butler (basso) e Bill Ward (batteria) per motivi di salute.
Il mondo musicale si lasciò, così, alle spalle un valido gruppo il cui unico errore fu quello di affidarsi alla splendida voce di un cantate dal passato opprimente. 


* Espressione onomatopeica indicante gruppi quali Linkin' Park, varie Black Metal bands più recenti e diversi gruppi di diciassettenni neo-brufolosi smaniosi di gridare al mondo:"Mamma, guarda quanto sono figo se mi riempio di borchie!".

Data:

 31/07/04

Massimiliano "Tommy Iommi" Margherito

Tracklist

Line Up

1. Trashed
2. Stonehenge
3. Disturbing the priest
4. The dark
5. Zero the hero
6. Digital bitch
7. Born again
8. Hot line
9. Keep it warm

  • Tony Iommi - Lead Guitar & Flute 

  • Geezer Butler - Bass 

  • Ian Gillan - Vocals 

  • Bill Ward - Drums 

  • Geoff Nichols - Keyboards 

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