Editoriali
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Questa sezione contiene
il commento di Dottor Esox, un’editoriale su temi di vario interesse
quali letteratura, biologia e all'attualità che verrà periodicamente
aggiornato con commenti, provocazioni, temi di discussione, rari
consigli tecnici e quant’altro passerà per la testa del Doc. Il Doc può
essere contattato all'indirizzo
docesox@esox2000.com.
26/09/2006
Carissimi,
e' da un pò di tempo che non mi faccio vivo e me ne scuso, ma spesso il
tempo è poco e le cose da fare troppe. Inoltre solo adesso si avverte
nell'aria il richiamo verso il fiume, il lago, lo stagno alla ricerca
del nostro amico esocide. E' triste constatare come purtroppo in molti
luoghi il nostro amico se la passa decisamente male, e la tendenza è al
peggioramento. Forse per un momento dovremmo smettere di chiederci "cosa
fa il luccio?", "con che esca è meglio pescarlo?","con quale
attrezzatura?" ed in modo kennediano dovremmo chiederci "noi cosa
possiamo fare per il luccio?".
Non pretendo di dare risposte esaurienti a riguardo, ma va da se che per prima
cosa, dobbiamo cercare di inquadrare i problemi e poi individuare le
migliori strategie per affrontarli. In quest'ottica riporto una sintesi,
con alcune considerazioni personali, della relazione del Dr. Cesare Puzzi relatore al
recente convegno di Ittiologia relativo alle acque dolci Italiane "Ia
Giornata di Ittiologia e Gestione Ittiofaunistica ad Arezzo" (a
questo
link potete trovare i lucidi della relazione completa).
Si parla dei problemi in generale dei pesci autoctoni, in particolare
delle specie cosiddette pregiate e che rappresentano potenziali
indicatori biologici (trota, luccio, tinca ad esempio). La lucidità
dell'analisi è esemplare ed invita a riflettere.
"....(omissis)...
Il primo problema è la frammentazione dell'habitat.
Quando si costruisce una soglia, una traversa, si costruisce una diga,
si interrompe il corridoio fluviale e questo è un problema grossissimo
dal punto di vista della percorribilità del corso d'acqua, perchè si
introduce una frammentazione dell'habitat. Gli effetti principali sulla
fauna ittica sono questi tre.
-
Impossibilità per le specie migratrici di raggiungere i siti
riproduttivi o di accrescimento a monte
-
Impossibilità di dispersione, che è una strategia di conservazione
della specie
-
Suddivisione in più popopolazioni di pochi individui
Poi
c'è il problema della distruzione dell'habitat, che significa per
esempio artificializzare un corso d'acqua, rendendone la sezione
omogenea, significa artificializzarne le rive, significa sottrarre
l'acqua perchè serve per uso idroelettrico o irriguo, quindi si toglie
l'acqua, si toglie l'habitat.
Gli effetti: oltre alla ridotta disponibilità trofica, mancano i siti
riproduttivi, si osserva, quando si riduce molto l'acqua, una
sovrapposizione di nicchie tra le varie specie, si riducono, anche di
dimensione, le specie ittiche, producendo un effetto tossico diretto. In
questo contesto metto anche il problema degli scarichi. E' vero che i
piani di risanamento provinciali e regionali vanno avanti, gli impianti
di depurazione si fanno, ma ancora si osservano scarichi con tossicità
diretta.
Terzo problema la deriva genetica, legato ai primi due. La
variabilità genetica rappresenta quell'insieme di differenze fra
individui della stessa o diverse popolazioni codificate nel nostro
menoma.... Quali sono quindi gli effetti della perdita di variabilità
genetica? Anzitutto aumento l'embreeding ossia l'accoppiamento tra
consanguinei. Ciò ha un effetto negativo sulla sensibilità alle
malattie, sulla fertilità sulla resistenza neo-natale. In conseguenza si
ha una deriva genetica, che consiste nella fissazione casuale di geni
non adattativi e la perdita casuale di geni adattativi, producendosi
quell'effetto cosiddetto a collo di bottiglia, per cui i pesci hanno una
difficoltà molto maggiore ad adattarsi al variare delle condizioni
ambientali. Quindi tutto un insieme di caratteri diversi
(frammentazione, riduzione dell'habitat, elementi di disturbo) si
concentra in pochi esemplari che danno luogo ad una progenie molto
simile, tutta fatta da consanguinei che non è in grado di adattarsi e
questo è un effetto che già incomincia a vedersi in molti casi.
Fig. I Pseudorasbora (sx) e Siluro (dx)
Altro problema sono le specie esotiche. Ad esempio la
Pseudorasbora (pesce alloctono che ha sostituito l'alborella in molte
zone n.d.r.), che costituisce veramente un grosso problema, ma pensate
al Siluro. Su questo pesce abbiamo fatto un approfondimento sul fiume
Ticino che ci ha mostrato come vada temuto, perchè è un pesce che,
contrariamente al suo aspetto di pesce di fondo, si dimostra invece
molto abile nel nuoto. E' un pesce che, lungo il fiume Ticino, abbiamo
trovato anche nelle rapide, in prismata, con velocità in corrente molto
sostenuta, e tutte le tane che si pensava abitate o da trota Mormorata o
da Lucci in realtà erano abitate da Siluri....omissis....il Siluro
diventa ittiofago fra il 2° e 3° anno di età quindi intorno al mezzo
chilo di peso e rimane ittiofago stretto fino a tutta la sua vita
arrivando fino a oltre i 100/150 chili. Quindi, ricapitolando, abbiamo,
oramai saldamente insediato nei nostri ecosistemi acquatici, un pesce
avvantaggiato dalle sue caratteristiche di autoecologia. di grandissime
dimensioni, con predazione notturna, capacità di utilizzo di tutti i
rifugi disponibili, adattabile a tutti i tipi di meso-habitat che può
tovare, dalla lanca, al fiume, al lago, al corso d'acqua veloce, a
quello lento. E' un pesce quindi che dobbiamo temere e contenere in
tutti i modi, infatti impossibile eradicarlo perchè ha anche una
fecondità relativa altissima, riproducendosi in tutti gli ambienti,
potendo deporre le uova in qualsiasi condizione...
In questo elenco considereremo marginale il prelievo di pesca,
questo alla fine senz'altro può decidere sulla qualità della fauna
ittica se fatta secondo criteri sbagliati, può dare fastidio, ma messo
in confronto con i vari problemi elencati ben ultimo come ordine di
grandezza. Chiaramente diventa però un fattore di minaccia quando non
rispetta più la rinnovabilità delle risorse, lo stock, pensiamo al
bracconaggio.
....(omissis)...
Vediamo adesso se è possibile
agire su queste cause negative, se è possibile fare qualche cosa.
Azioni di recupero possono essere applicate direttamente sulla specie,
ma prima ancora occorre tentare di intraprendere tutte quelle azioni di
contrasto alle singole fonti di minaccia; prima si interviene sulla
minaccia e solo dopo sulla specie. Qualche esempio.
Per la frammentazione
dell'habitat esistono le tecniche per poter superare il problema
semplicemente costruendo un passaggio artificiale per i pesci laddove
esiste una soglia, una briglia, una traversa. Il momento giusto per
andare a mettere un passaggio artificiale è quando ci sono dei lavori
straordinari dimensionandolo per una certa portata. Molto spesso i
passaggi sono fatti a caso e quindi non funzionano proprio perchè non è
progettato in funzione di una certa portata il sistema di risalita.
Vista la complessità ittica di un fiume in buona salute, che può
comprendere anche una cinquantina di specie, serve un passaggio
artificiale valido per tutti. Non ci sono solo pesci che saltano, ma
anche quelli che nuotano sul fondo, pesci piccoli, grandi e allora il
sistema di passaggio più indicato risulta quello di una rapida
artificiale.
...(omissis)...
Fig. II Sponde naturali (Gorizia,
sx) e cementificate (Codigoro, dx)
Riduzione dell'habitat
disponibile. Anche qui ci viene in aiuto l'ingegneria naturalistica con
tantissime tecniche. Molto spesso l'ingegneria naturalistica è fatta per
soddisfare esigenze di bellezza del paesaggio, non c'è ovviamente solo
questo aspetto, ma si tratta, per quanto riguarda i pesci, di lavorare
sugli alvei di magra. Non si parla di grandi opere, come ad esempio
realizzare opere in calcestruzzo, ma di utilizzare semplice pietrame e
legname per ridare un minimo di forma al corso d'acqua, si tratta cioè
di agevolare il fiume a riprendere quell'andamento tipico a meandri, che
comunque il fiume riprenderebbe da solo magari in 100 anni, si cerca
cioè di velocizzare questo processo.
Specie esotiche, cosa si
può fare? Innanzitutto è necessario avere precisa conoscenza del
fenomeno, a volte mancano proprio le nozioni di base. Arriva, ad
esempio, la Pseudorasbora, esplode e sostituisce l'Alborella, specie
piccola ma estremamente importante. Della Pseudorasbora non si sa
niente, cosa mangia, quanto cresce, che preferenze ambientali ha, quanto
si riproduce che fecondità relativa ha. Senza queste nozioni non la si
può combattere. Anche per quanto riguarda il contenimento, non si può
eradicare una specie così invasiva come il Siluro e la Pseudorasbora,
usando azioni d'elettropesca o di pesca specifica sulla specie. Altro
punto chiave, la sensibilizzazione. Tutti i pescatori devono essere
consapevoli dei rischi che si corrono ad immettere un pesce nuovo in un
corso d'acqua. La legge è ovviamente un altro strumento e sostegno delle
specie autoctone.
Viste le minacce e visto ciò
che è possibile fare per contrastare tali minacce, adesso si può
affrontare il discorso delle azioni di conservazione e recupero della
specie, avendo cura di calibrare bene questo aspetto con tutti gli
altri, nel senso che va ribadito che il presupposto la rimozione delle
minacce e loro mitigazione, dopodichè può seguire un minimo di
progettazione. Quindi: indagine storica, valutazione degli effetti
sull'ecosistema acquatico di qualsiasi ripopolamento, valutazione del quadro
socio-economico e da ultimo, progettazione,
realizzazione, verifica e divulgazione dei risultati.
Gli strumenti gestionali. Ci
sono gli interventi diretti come la reintroduzione e il ripopolamento,
gli incubatoi ittici, il controllo delle specie esotiche ed interventi
indiretti, ovvero gli strumenti legislativi, la carta ittica ed
interventi sull'habitat tra cui alcuni esempi sono la rinaturalizzazione,
la manutenzione del canneto, i passaggi per pesci, i substrati
artificiali per la frega. In chiusura i problemi, le
minacce ci sono e sono tanti, racchiusi essenzialmente in quei cinque
gruppi di problemi, ma credo anche che esistano strumenti, possibilità
per contrastarli, operando di concerto con i pescatori ed opinione
pubblica. "
Che l'esocide
sia con voi,
Doc Esox
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